Consueta diretta Facebook della Pescara Calcio. Gli ospiti di oggi sono stati Nicola Legrottaglie, allenatore del Pescara, i giornalisti Luciano Rapa, Massimo Profeta, Enrico Rocchi, Enrico Giancarli, Giovanni Tontodonati, Orlando D’Angelo e Valerio De Carolis. Le parole di Mister Legrottaglie: “Dire che mi manca tutto l’ambiente non è scontato, abbiamo tante relazioni con gli altri ma poco tempo con noi stessi. Io sono rimasto da solo a Pescara senza la mia famiglia, che si trova a Milano, ci hanno vietato di muoverci ed è diventato un pò pensate perché non hai vicino moglie e figlio. Facciamo un sacco di videochat, mi collego a varie situazioni ma con l’occhio a coloro che soffrono. Ultimante più di qualche ora dura il discorso calcio dove abbiamo iniziato un percorso di confronto dove parliamo e ci confrontiamo con grandi allenatori. Il mio obiettivo è quello di portare il Pescara in Serie A, fa piacere che la Puglia venga esaltata da illuminari. L’Italia è un paese di grandi risorse e credere nelle nostre qualità. L’obiettivo di portare in A il Pescara è un’ambizione ma ci vorranno gli elementi, l’onestà, il tempo e lavoro. Credo che nei tempi giusti le cose possano arrivare ma se le raggiungiamo con la saggezza e l’intelligenza giusta possa essere un bellissimo traguardo. Per quanto riguardano i libri sono sempre stato una persona che non sfonda la porta, se la porta si apre ci vado. Com’è successo per i primi 4 libri con la Mondadori. Se ci fosse l’interesse e mi accorgessi c’è grande interesse verso altre persone che stanno aspettando il quinto libro. Da tempo ho un’idea ma devo avere delle informazioni che saranno legate anche al mio lavoro. Vorrei scrivere un libro sulle relazioni, cioè la base della vita. Il Papa mi piace parlare che una persona e non qualcuno con santa umiltà che porta un messaggio ad avvicinarsi alla verità le ammiro ed avvicinarsi a quella verità che porti pace e gioia. È un uomo influente dove le persone lo ascoltano. Conferma per il prossimo anno? Sono qua a pescara e per me l’obiettivo è focalizzarmi su questi colori e la piazza, sono qua fino a quando mi daranno la possibilità di farlo poi sarà la società a decidere la programmazione. Se dovessi rimanere il mio obiettivo sarà quello, ci siederemo a parlare e vedere quali saranno gli innesti giusti. Il calcio non è solo il campo ma anche altre dimensioni, è anche vita. Se noi riprendiamo con la motivazione della vita tutti i calciatori della A e B è quella di incoraggiare speranza è una buona motivazione, il calciatore è quel modello di vita per tanti., anche loro hanno delle motivazioni, anche loro avranno delle riserve se poter iniziare per la tutela della propria salute. Secondo me giocare 15 partite in 30 giorni è forzata ma aspettare una lenta guarigione credo sia giusta mentre se dobbiamo parlare in ambito economico parliamo del guadagno. Adesso abbiamo l’occasione per poter riportare la gente al calcio perché si è allontanata a causa del calcio-scommesse.
I verdetti della classifica? Credo che nella difficoltà e nella tempesta si vede veramente chi siano le persone. In questo momento il calcio tirerà fuori le verità attraverso le decisioni che verranno prese. Se andranno a livello legale non sarebbe bello e secondo me tutti dovranno mettersi in carreggiata. Tutti quanti dovremmo pagare un prezzo e prima o poi ci sarà una resurrezione. Io guardo l’Atalanta, una squadra che non si sta lamentando, e si trova in una situazione ottima in Champions.
Quanto tempo ci vorrà per tornare in campo? Sull’essere sereni per poter ricominciare un’attività normale non c’è tempo ma il problema è che ci saranno vittime e contagi, è dura dire quale sarà il tempo necessario. Si aspetta un tempo migliore per partire psicologicamente e fisicamente. I ragazzi sono a casa e non in giro, 15-20 giorni per prepararli fisicamente ma il dubbio è tra fisico e mente e secondo me le ultime 10 partite saranno falsate perché saranno a porte chiuse e a rischio, invece facendo delle scelte dove delle squadre già promosse è giuste che salgano di categoria. A La Spezia non dovevamo giocare e fu l’unica partita giocata a porte aperte. Ho sempre detto che fino a quando non arrivi il morto non si attivano le procedure giuste. A La Spezia abbiamo avuto Bettella che prima della partita ha avuto la febbre, è bastato una linea di febbre per andare nel panico.
Quale sarebbe la mia idea di gioco con una squadra costruita a luglio? Un po' sono riuscito a farvela mostrare, sicuramente un calcio propositivo, statico, tanta qualità con difensore che rischiano e prendono iniziativa e associata a qualità sull’uno contro uno, bravi a superare gli avversari, attaccanti che sappiano come muoversi davanti, una squadra che gli piaccia correre con tanti giovani in avanti ed esperienza. Se abbiamo pianificato qualcosa? No, però credo che dipenderà da come si evolverà la situazione. Se riparti dal prossimo anno avrai giocatori in scadenza, giocatori in prestito e giocatori che smetteranno.
L’Italia risorgerà dopo questo problema? Assolutamente sì, dico sempre che dopo l’alba c’è il tramonto.
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