Questione di tempo, ma non solo. Il Pescara di Zeman è solo all’inizio e deve ancora trovare la sua dimensione, all’interno di se stesso e nel pianeta serie B. E’ vero che produce tanto e segna gol a grappoli, tanto da risvegliare anche il fiuto di un bomber in cerca d’autore come Stefano Pettinari, ma non ha equilibrio e neanche la giusta e necessaria dose di consapevolezza nei suoi mezzi. Capita alle squadre giovani e profondamente rinnovate. Basta rileggere la storia biancazzurra sotto la guida del boemo, per rendersene conto. Sei anni fa, Sdengo, si presentò con un gruppo di carneadi in serie B e partì perdendo tre partite su sei nelle prime giornate. Tonfo a Modena, poi a Reggio Calabria e a Castellammare di Stabia, pareggio a Sassuolo all’8a. Una partenza altalenante che aveva iniziato a scaldare i cuori dei tifosi a suon di gol, ma che non lasciava ancora presagire al grande spettacolo che sarebbe arrivato di lì a poco, fino al trionfo di Marassi con la serie A diretta conquistata addirittura con un turno di anticipo dopo vent’anni di assenza. Ora la situazione ambientale è diversa, e questo pesa, ma è ancora il momento di aspettare e lasciar crescere una squadra costruita con meno logica e senza qualche tassello dalle caratteristiche zemaniane.

Sezione: Focus / Data: Dom 10 settembre 2017 alle 11:00 / Fonte: Messaggero
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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