Anche per il calcio lunedì quattro maggio potrebbe essere il giorno della riapertura. Tutti o quasi si sono messi il cuore in pace. Complice il rischio di un «liberi tutti» il 25 aprile e il primo maggio che potrebbe favorire nuovi contagi, è scontato che il prossimo Dpcm, l’ennesimo di quest’epoca di tragica emergenza coronavirus, confermi i divieti, compreso quello per lo stop degli allenamenti. Forse c’è una possibilità (ma ieri sera era minima) per le discipline individuali, dove ci si può allenare anche da soli magari in impianti a frequentazione limitata ai soli atleti di vertice e chiusi rigidamente al pubblico, ma per le squadre è scontato che la prescrizione sarà allungata.

Oggi l’Italia è ancora un Paese sotto assedio. Lo dicono non solo i numeri, ancora drammatici seppure siamo tutti aggrappati a questa famosa curva che ieri ha cominciato a scendere, ma anche lo stato d’animo degli italiani. Oggi far ripartire il calcio non eserciterebbe nessuna forma di distrazione anche con tre quarti della popolazione chiuso dentro casa. Neanche in tv . Il ritorno agli allenamenti il quattro maggio significherebbe invece poter ricucire il filo spezzato del campionato in un contesto diverso. E visto che ormai tutte le barriere sono cadute, non ci sono neanche tante acrobazie da fare per far combaciare i pezzi del puzzle. Ripartendo il 24, il 31 maggio o il 7 giugno servirebbero sei settimane e mezzo (13 turni) per completare la serie A. Si finirebbe fra l’inizio o la metà di luglio. Ieri anche la Fifa ha dato un sostanziale via libera allo «sconfinamento» dei contratti - la direzione auspicata dal presidente federale Gabriele Gravina - invitando calciatori e club a trovare un accordo per gestire questa nuova scadenza temporale.

Sezione: Rassegna Stampa / Data: Mer 08 aprile 2020 alle 13:00
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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